In questi giorni vediamo un grosso tam tam mediatico di una Lega che vuole a tutti i costi, con cartelloni e volantini, ricostruirsi un' immagine di partito duro e puro.
In poche settimane la Lega vuole annaquare la memoria dei cittadini per far dimenticare che ha governato l'italia negli ultimi anni insieme all'alleato Berlusconi.
Ricordiamoci che dal 2008 il gorveno precedente ha negato le varie crisi che si sono succedute e non ha fatto nessuna delle riforme liberali promesse tra cui quella del federalismo tanto caro alla Lega. Adesso la Lega attacca Monti per la sua manovra dimenticando i propri precedenti errori economici a danno soprattutto dei cittadini più deboli di cui adesso vogliono essere paladini: tagli lineari, nessun investimento sulle infrastrutture, vari condoni, la depenalizzazione del falso in bilancio, non aver alleggerito il patto di stabilità per i Comuni virtuosi, non aver defiscalizzato le tredicesime, nessun intervento strutturale in materia economica e finanziaria, tutti interventi sul debito e non sulla crescita, nessun taglio al costo del lavoro e per ultimo il regalo amaro al nuovo governo con la delega assistenziale che tagliava per due anni complessivamente del 25% le detrazioni nelle dichiarazioni dei redditi per figli e mogli a carico, per portatori di disabilità, mutui per prima casa, badanti e spese sanitarie, ecc.
Bossi nei giorni scorsi è arrivato a dire che in caso di caduta dell'euro la Padania si sarebbe battuta la propria moneta e in questi giorni riproclama una Padania libera. A nostro giudizio non è tollerabile questa politica dello sfascio, del tanto peggio, tanto meglio. Non si deve seminare demagogia ed illusioni incuranti del danno che la loro ricaduta, nel caso avesse successo, potrebbe arrecare a tutti i cittadini senza distinzione di classe o di collocazione geografica.
Egregio Onorevole, la ringrazio per questa lezione di "aria fritta" politica. Ma oramai il Partito Democratico è diventato come la Lega e fa ridere vedervi impazzire come topolini ciechi che sanno di aver perso la faccia appoggiando un governo delle banche e dei poteri forti. Che dire, siamo passati dal governo dei puttanieri e dei celoduristi al governo dei banchieri e degli europeisti "interessati" col risultato che il cittadino la prende sempre in quel posto. Io il volantino della Lega l'ho letto e tra le varie amenità tipiche del partito di Bossi ho condiviso solo una frase: come farete ad andare dai lavoratori a spiegare che per accontentare gli euro burocrati e per ingrassare le banche manderete in pensione la gente a quasi 70 anni?
RispondiEliminaNon resta che sperare nella nascita di un vero partito di sinistra per non lasciare in mano della Lega e a Di Pietro temi che meriterebbero di essere affrontati più seriamente!!
Beppe
Da Forza Italia a Salva Italia
RispondiEliminaDi Giovanna Guzzetti
E' il 1994 quando nel nostro Paese si leva lo slogan Forza Italia.
Certo, quattro anni prima, ai tempi di Italia 90, forza Italia era stato un grido ricorrente negli stadi per sostenere ed incitare l'undici azzurro fino a quando l'argentino Caniggia aveva beffato l'uomo ragno Zenga, escludendoci dal club dei migliori. Ma il Forza Italia del 1994 ha tutto un altro sapore. E soprattutto un altro obiettivo. Di calcistico c'è il legame che Silvio Berlusconi ha già intrecciato con il Milan (fine 1985), terminata l'era di Giusy Farina. Il premio in palio non è però guadagnarsi il primo posto in campionato ma diventare il primo partito in Parlamento.
Gli Italiani si fidano e si affidano a questo "uomo della Provvidenza" che ha deciso di "scendere in campo" e, nelle elezioni del 1994, si accodano al grido di battaglia Forza Italia.
Con alterne vicende e con un'alternanza di nomi (da Forza Italia a PdL), l'esperienza come premier del politico Berlusconi - abbandonato dalla Lega, all'opposizione con Prodi e D'Alema, di nuovo al governo per una intera legislatura, all'opposizione per poco più di due anni con Prodi, di nuovo vittorioso nel 2008 - si è conclusa il 12 novembre 2011 quando ha rassegnato le dimissioni. Programmate e non spontanee, mentre la folla lo apostrofava non proprio amichevolmente nella piazza del Quirinale. E fin qui potrebbe anche essere cronaca di ordinaria vita politica. Ma sono i tempestivi passi successivi a farci capire che di normale, negli ultimi diciassette anni (ah, la cabala…) della vita politica italiana, c'è stato ben poco. Il capo dello Stato, Napolitano, incarica di formare il nuovo governo (possiamo anche non chiamarlo di emergenza nazionale ma le parole del viceministro dell'Economia Grilli sull'ellenismo dei nostri conti pubblici lascerebbero intendere questo…) il tecnico Mario Monti neo senatore a vita. Il quale, giurato il 16 novembre, domenica 4 dicembre presenta la manovra varata quel giorno dal Consiglio dei Ministri.
La manovra Salva Italia. Nemmeno venti giorni per rifondare il Paese: altro che emergenza! Venti giorni dopo, il 23 dicembre, l'approvazione definitiva del pacchetto di misure. Il compassato Monti ha battuto il tempo: non si poteva perdere un istante nella rianimazione del malato Italia al quale che cosa possiamo dire perché (ri)trovi in tempi rapidi le energie per tornare a crescere? Il professore ha lanciato il pacchetto Cresci Italia. In consonanza con i tempi appena passati si sarebbe potuto proporre "Avanti ! Italia". Lavitola permettendo….
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RispondiEliminaIo non vi credo più, vi siete rivelati come tutti gli altri partiti!!! Dovete spiegare alla gente che aveva fiducia in voi come fate a sostenere un governo del genere con gente come Passera che rappresenta le banche e i poteri forti.
RispondiEliminaState massacrando le masse popolari e i più deboli, altro che equità e "avanti Italia".
Avanti Grillo!!!
Quando ha governato il centro sinistra si sono sempre fatte le cose più serie in questo paese; talvolta le più dolorose ma comunque sempre le manovre che hanno mantenuto il paese in sesto. Ricordiamoci ad esempio i governi Ciampi, Amato; governi che hanno poi pagatto dei scotti elettorali per aver rimesso sempre i conti in sesto.
RispondiEliminaCerchiamo di fare mente locale e pensiamo ai governi di centro destra che si sono poi succeduti. Hanno forse aumentato la produttività? Hanno ridotto forse il deficit? No, niente di tutto questo anzi hanno solo che sprecato tempo e fatto aumentare le spese. Ricordiamoci infine, per venire più vicino ai giorni nostri, che Prodi nel 2008 aveva lasciato il governo con un disavanzo "solo" del 103,8% e lo spread non si sapeva cosa fosse. Monti farrà solo ciò che il centro destra non ha mai voluto e saputo fare.